sabato 9 settembre 2017

Gli Ionici e il problema dell'archè

LA PRIMA RIFLESSIONE FILOSOFICA
I primi filosofi affascinati dallo spettacolo dei fenomeni naturali, cercarono una risposta razionale a domande di questo tenore:
-qual è l'origine dell'universo?
-come si spiega la vita sulla terra?
-perché le cose sono come sono e accadono come accadono?
La prima riflessione filosofica si sviluppa nella Ionia intorno al settimo e quinto secolo avanti Cristo. Coloro che inaugurarono questo nuovo stile di pensiero sono Talete, Anassimandro e Anassimene. Essi possedevano alcune fondamentali conoscenze di carattere tecnico-scientifico, ricevute dai sapienti della Media e della Babilonia. Si tramanda che Talete abbia previsto con largo anticipo delle eclissi e che Anassimandro abbia  inventato la prima carta geografica e importato in Grecia, dall'oriente, le conoscenze tecniche per costruire l'orologio solare. Essi hanno tentato di spiegare i fenomeni atmosferici e meteorologici facendo ricorso a cause naturali e non più mitiche. Essi sono dunque i primi geografici e tecnici dell'Occidente; ma a loro va soprattutto il merito di essersi interrogati per primi sulla natura multiforme e di aver individuato una causa, un principio originario(archè) da cui tutte le cose derivano. L'archè rappresenta sia la materia di cui sono fatte le cose, sia la forza che le ha generate, sia la legge divina ed eterna che le governa e le rende intelligibili(comprensibile attraverso l'intelligenza) all'uomo.

TALETE: L'ACQUA COME PRINCIPIO ORIGINARIO
Talete sapeva sfruttare le conoscenze meteorologiche per arricchirsi: si narra infatti che un anno, avendo previsto che le condizioni climatiche avrebbero favorito un abbondante raccolto di olive, egli abbai noleggiato tutti i frantoi della sua città, mentre erano ancora a basso prezzo, per subaffittarli a prezzo maggiorato al momento opportuno.
Talete pensava che il principio primordiale fosse l'acqua, sulla base dell'osservazione e del buon senso che mostrano come ogni cosa vivente sia intrisa di questa sostanza .
Talete identificò quindi il principio originario (archè) nell'acqua, da lui considerata fonte, sostanza e termine ultimo della realtà. L'importanza di Talete per la filosofia sta proprio nel fatto che per la prima volta, per spiegare la realtà, non venga più utilizzato il mito, quindi immagini, ma il puro ragionamento, attraverso concetti.
Oltre alla filosofia, Talete si occupò anche di matematica e geometria: è noto, per esempio, il suo teorema sulle rette parallele. Inoltre, secondo un aneddoto riportato da Plutarco, riuscì a misurare l'altezza della piramide di Cheope, piantando un'asta nel terreno e facendo una proporzione tra l'ombra dell'asta e quella della piramide, e l'altezza dell'asta e quella della
piramide.                                    











ANASSIMANDRO: L'APEIRON COME FONDAMENTO REALE
Anassimandro da Mileto, vissuto tra la fine del settimo e la prima metà del sesto secolo nell’antica Grecia ionica, è il primo pensatore che ha lasciato uno scritto che segna l’inizio della filosofia europea. La scoperta di Anassimandro è la scoperta dell’Infinito, come principio o archè, ovvero il primo fondamento, e la conseguente scoperta della dialettica, intesa come lotta fra contrari. La parola che segna davvero l’inizio del pensare è la parola Infinito. Per esattezza il termine che adopera Anassimandro è àpeiron, che in greco significa illimitato, senza confini. Ma illimitato significa appunto infinito che tutto comprende, ovvero ciò che è manifestato e ciò che non è manifestato.
Anassimandro è il primo vero filosofo che si svincola dall’influenza di un pensare legato alla physis (alla natura) ed è quindi il fondatore della metafisica. L’Infinito che egli intuisce per primo è un Infinito assolutamente incondizionato ed indeterminato, poiché spazio, tempo e numero sono divisibili, e ciò che è divisibile è necessariamente limitato,e senza l’intuizione dell’Infinito non sarebbero possibili e quindi non si potrebbe pensare.

ANASSIMENE: L'ARIA COME PRINCIPIO DELLE COSE
Anassimene identifica il principio unificatore nell’aria: anche l’aria è presente dovunque e anch’essa è principio di vita, infatti gli organismi vivono finché respirano .
L’aria come archè è però concepita da Anassimene come un principio dinamico, che in quanto tale può dar conto, oltre che dell’unità, anche della molteplicità. Essa è infatti soggetta al dinamismo della rarefazione e condensazione: per la prima si trasforma in vapore e in fuoco, per la seconda in acqua e in terra.
L’aria dà dunque conto insieme della diversità degli esseri che si presentano ai nostri sensi e dell’esigenza del nostro intelletto di trovare una sostanza che unifichi la molteplicità dei fenomeni.

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