martedì 28 novembre 2017

Anassagora


UNA DELLE PRIME FIGURE DI "SCIENZIATO"
Anassagora di Clazomene, visse e operò ad Atene, dove ebbe anche il merito di portare e diffondere per la prima volta la riflessione filosofica. Accusato di empietà, perché riteneva che il sole non fosse una divinità ma una semplice massa infuocata, fu cacciato dalla città e morì in esilio.
Anassagora mostra di avere una percezione delle dimensioni e della configurazione dell'universo migliore di quella dei suoi predecessori. Egli, infatti, diceva che il sole ci appare piccolo perché dista molto da noi, ma in realtà è più grande del Peloponneso. Inoltre riteneva che esso non fosse un elemento del nostro paesaggio, né che tramontasse dietro i monti, bensì che ruotasse intorno alla terra. Sosteneva anche che la luna, pur essendo più piccola del sole, ci appare più grande e più vicina al nostro pianeta. Affermava che tutti i corpi celesti- sole, luna e astri- sono della stessa natura della Terra e che la luna, come la Terra, è attraversata da valli e pianure.


IL NOUS COME PRINCIPIO ORDINATORE
Per spiegare l'origine dell'universo dalla caotica mescolanza degli elementi originari, Anassagora ricorre all'azione di una forza, nettamente distinta e separata da quelli, che egli chiama intelligenza (nous, in lingua greca): essa determina il movimento che è causa della separazione e composizione dei semi secondo un ordine razionale. La presenza di un principio che ha la funzione di ordinare, controllare e spiegare la realtà naturale rappresenta una conquista teorica notevole. L'intelligenza di cui parla Anassagora ha un significato molto incerto, tanto che i critici di tutti i tempi si sono appassionati a interpretarla in differenti modi. Di certo, essa non ha la funzione di creare il mondo, né ha un'esistenza al di fuori di esso: pur essendo distinta dai semi, non è né spirito né Dio. questi concetti sono infatti al di fuori della mentalità naturalistica del V secolo a.C.

IL PRIMO MODELLO DEL SAPERE SCIENTIFICO
Anassagora, dunque, sottolinea con forza la stretta connessione tra l'esperienza sensibile e l'intelligenza tra il lavoro umano che trasforma le cose e crea gli strumenti e la conoscenza razionale. Anassagora è molto esplicito quando, mettendo in luce la relazione tra esperienza, memoria, intelligenza e tecnica, delinea quello che possiamo considerare il primo modello del sapere scientifico, sintetizzabile in questi punti:

1. il processo conoscitivo inizia dall'esperienza concreta, grazie al cervello che ci permette di elaborare le sensazioni percepite dall'udito, dalla vista, dall'odorato e dal tatto;
2. interviene poi la memoria, che rende stabili nel tempo queste sensazioni;
3. l'intelligenza, quindi, interpreta i dati e formula le ipotesi, elaborando un sistema di pensiero stabile e necessari: la scienza;
4. infine, grazie al sapere pratico e operativo le cose diventano oggetti della nostra manipolazione e trasformazione: il martello piega i metalli, la ruota rende più veloce il movimento, le carte geografiche rendono più affidabile la navigazione.

martedì 21 novembre 2017

Empedocle

LE RADICI DELL'UNIVERSO
Nel poema sulla natura Empedocle descrive la nascita dell'universo a partire dalla situazione originaria di una totalità indifferenziata, lo sfero, in cui si mescolano e confondono il fuoco, l'acqua, la terra e l'aria che rappresentano le "quattro radici", cioè i quattro elementi primordiali.
Tali principi sono eterni, immutabili, e identici a se stessi, come l'essere di Parmenide. Ciascuno di essi può essere suddiviso in parti più piccole, ma ogni particella così ottenuta conserverà sempre necessariamente la medesima qualità che aveva nell'intero: una goccia d'acqua ha infatti la stessa qualità del medesimo liquido contenuto in una brocca, così come la terra, l'aria e il fuoco non mutano se considerati in una delle loro parti.

LE FORZE COSMICHE
Empedocle ipotizza che vi siano due forze cosmiche, l'amore e l'odio, le quali presiedono rispettivamente all'unione e alla separazione dei principi originari. Mescolando o separando le quattro radici, tali forze determinano la generazione e la dissoluzione di tutte le cose. Per Empedocle la nascita e la morte, attestate all'esperienza dei sensi, sono da attribuire alla mescolanza e la separazione di elementi originari che rimangono qualitativamente inalterabili intrasformabili. L'azione delle forze cosmiche è continua ed esse si avvicendano costantemente, cosicché a un ciclo di disgregazione dominato dalla contesa ne segue un altro di riaggregazione presieduto da amore, in cui il mondo ritorna ad essere perfettamente unito nello sfero, dominato dall'armonia, privo di conflitti, senza distinzione di parti al suo interno. In fine si può dire che l'esistenza per Empedocle costituisce il momento intermedio, che non è né pieno amore né piena contesa, bensì la tensione tra i due estremi. 

 
 
 
 
 
 
 


Empedocle nacque intorno al 484-481 a.C ad Agrigento da un'antica famiglia aristocratica. Partecipò alla vita politica della città negli anni tra il 446 e il 444 a.C., schierandosi dalla parte dei democratici. la sua morte avvenne all'incirca intorno al 424-421 a.C.

 
 

lunedì 20 novembre 2017

Zenone e i paradossi logici

Zenone di Elea, fedele discepolo di Parmenide, cercò di dimostrare con sottili argomenti logici che chiunque si fosse discostato dell'insegnamento del maestro sarebbe caduto in una serie di insanabili contraddizioni logiche.
Zenone confutava , con la sua sottile arte dialettica, coloro che affermavano:
- la pluralità dell'essere e delle cose (i pitagorici);
- il movimento (Eraclito e gli eraclitei)
Il metodo di cui Zenone si serve consiste nell'ammettere in via di ipotesi la tesi dell'avversario, al fine di mostrarne tutte le conseguenze "paradossali" (cioè oltre l'opinione comune).

LA CONFUTAZIUONE DELLE TESI SUL MOVIMENTO
Uno dei celebri argomenti zenoniani è quello di " Achille dal piede veloce" venne adoperato da Zenone per confutare la tesi a favore del movimento.
L'argomento sostiene che il velocissimo Achille, impegnato in una competizione con una tartaruga, non sarà mai in grado di raggiungere il lento animale. Mentre Achille avrà raggiunto il punto di partenza della tartaruga , questa avrà compiuto un altro breve tratto. Achille dovrà raggiungere il nuovo punto in cui si trova la tartaruga, ma nel frattempo la tartaruga si sarà spostata e avrà compiuto un nuovo tratto di cammino; e così via all'infinito, senza alcuna possibilità che Achille possa raggiungere l'avversaria.

Qsuesta argomentazione si basa sul presupposto dell'infinita divisibilità dello spazio, cioè assume l'ipotesi che lo spazio sia realmente e fisicamente divisibile in infinite parti.

Parmenide e il pensiero dell'essere

SOLO L'ESSERE ESISTE E PUO' ESSERE PENSATO
Il messaggio di Parmenide, espresso in modo oscuro e difficile, può compendiarsi nella seguente affermazione: l'essere è, e non può essere, mentre il non essere non è, e non può essere; il che significa che soltanto l'essere esiste e che il non essere, viceversa, non esiste e non può neanche essere pensato. Per Parmenide il termine "essere" viene inteso come ciò che è comune a tutti gli enti e che esiste nella pianezza assoluta e perfetta, eterna e immobile; se una cosa esiste, secondo il suo modo di pensare, non nasce né perisce, non si muove e non cambia ma semplicemente ed eternamente è. Si tratta di una prospettiva nettamente antagonista alla concezione dinamica dell'universo di Eraclito.
Questa visione del mondo statica, fortemente in contrasto anche con l'esperienza comune che ogni giorno fa i conti con il divenire. E' in qualche modo speculare alla concezione politica di Parmenide, un pensatore aristocratico, appartenente alla classe che si opponeva sia all'espansione del ceto democratico  sia i nuovi saperi legati allo sviluppo delle arti meccaniche e tecniche.

LA DEDUZIONE LOGICA DEGLI ATTRIBUTI DELL'ESSERE
Parmenide parte dal presupposto che il mondo non posso derivare dal nulla, perché se esso derivasse dal nulla sarebbe la fine della realtà e del pensiero: ciò che deriva dal nulla è destinato a farvi ritorno. Parmenide definisce i caratteri essenziali dell' "essere", in modo tale che non siano in contraddizione con l'affermazione centrale dell'essere come unica realtà esistente e pensabile.

Le definizioni cui il filosofo arriva per via deduttiva sono le seguenti:
- l'essere è integrato e imperituro;
- l'essere è eterno;
- l'essere è immutabile e immobile;
- l'essere è finito;

Poetica, politica, etica

L'INDAGINE SPECIFICA SULLE ARTI Il tema dell'arte viene sviluppato soprattutto nella poetica, un'opera che ci è stata tramanda...